Confucio (Kong Fuzi, pronuncia approssimativa di 孔夫子), visse in Cina nell’ultima parte del Periodo delle primavere e degli autunni (781 a.C. – 477 a.C.), un’epoca di anarchia, d’instabilità politica e di diffusa corruzione, dominata dalle guerre tra stati feudali, che – senza soluzione di continuità – si trascinerà nell’epoca successiva, il Periodo dei regni combattenti (453 a.C. – 221 a.C.), che culminerà con l’unificazione della Cina sotto un unico sovrano.
Nacque a Qufu nel 551 a.C. e morì nel 479 a.C a 72 anni. [Wikipedia]
Confucio non si atteggiò mai a superuomo ne a profeta era in realtà un grande filosofo. Egli credeva fermamente nell’azione benefica dello studio, ma ammoniva: “Studiare senza pensare è inutile, pensare senza studiare è pericoloso” (Dialoghi, 2,15).
Il pensiero filosofico di Confucio si fonda sui principi di un’etica individuale e sociale basata sul senso di rettitudine e giustizia, sull’importanza dell’armonia nelle relazioni sociali.
Grande importanza viene data ai sentimenti di lealtà nei confronti del prossimo e soprattutto all’apprendimento inteso come percorso di studio, pratica e riflessione, e alla condivisione delle conoscenze per il miglioramento di sé e della comunità.
Confucio non ha lasciato opere scritte di suo pugno. Il suo insegnamento è raccolto nei Dialoghi, una raccolta di frammenti di conversazioni, aneddoti e insegnamenti che hanno come protagonista il Maestro stesso e alcuni dei suoi primi discepoli. Questi episodi, con ogni probabilità inizialmente tramandati solo in forma orale, sono stati messi per iscritto dai discepoli delle generazioni successive, fino a prendere l’assetto definitivo e costituire il libro noto ancora oggi come I Dialoghi di Confucio.
Vito Mancuso ha parlato di lui recentemente in una trasmissione radiofonica “Uomini e profeti” ascoltabile su RaiPlayRadio oppure da qui sotto, vale la pena di ascoltarla …
Ben trovato! Ho letto il post che mi ha, diciamo così, a scaricare ad ascoltare il podcast. Ciao!
Ti ricordi il corso di filosofia? Ad un certo punto chiesi come mai i filosofi non governavano. E’ cruciale che chi prende decisioni universali abbia un approccio filosofico che parte dalla lettura degli antichi, e dalla riflessione. Purtroppo i governanti sono lo specchio del popolo, che non legge, nè approfondisce, nè tantomeno ha dubbi. In un certo senso va bene così. L’essere umano è solo una delle tante parti viventi sul pianeta terra. Diminuirne la pressione aiuterà quelli che restano. Se restano solo i cattivi, alla fine ne resteranno pochi e passeranno il tempo a combattersi.
Vorrà dire che doveva andare così.
Mi ricordo la tua domanda, ma non la risposta del profe, non sono sicuro che i governanti siano sempre lo specchio del popolo, sto leggendo un libro che parla dei dittatori del 20° secolo, (mai così tanti in 100 anni), non erano lo specchio del popolo sottomesso ai loro regimi totalitari.
Credo che i filosofi non siano ben visti dal potere quando parlano male di loro. Confucio è stato un mediatore che ha saputo trovare un compromesso con il potere ed è stato ascoltato dai politici del suo tempo, certo non erano dei tiranni. Socrate invece non ha saputo o voluto mediare e il REGIME democratico della Grecia di allora lo condannò a morte sapendo che le accuse verso di lui erano false. https://www.gasmiro.it/2021/01/01/socrate/