Una rivoluzione pacifica

Ci lamentiamo della corruzione, dell’evasione fiscale, degli attacchi contro la democrazia, del bavaglio all’informazione, della privatizzazione dell’acqua, dell’inquinamento, della devastazione del territorio, del razzismo, di questa società di… di merda.
Scriviamo migliaia di email di protesta ai nostri parlamentari (le famose mail-bombing), affinché, visto che li abbiamo votati, appoggino le nostre proposte.
Purtroppo la maggior parte di loro, manco le leggono (alcuni anche perché non sanno come fare).
Guardiamo “Report” e “Annozero” e ci indigniamo (a me viene anche il mal di pancia e la depressione).
Pubblichiamo su internet, nei nostri blog personali e nei famosi social-network,  articoli come questo (sic!) e poi ?
Noi che cerchiamo di cambiare le “coscienze” e di fare qualcosa  per migliorare “il mondo”, viviamo ai margini, anzi dentro, un torpore globale dal quale facciamo fatica ad uscire.
Destarsi vorrebbe dire reagire, combattere, fare una rivoluzione.
Ma noi che siamo contro la violenza, quali armi abbiamo per fare una rivoluzione?
Il boicottaggio!
Un po’ di storia. Nel 1880 i braccianti terrieri della Contea di Mayo in Irlanda si organizzarono con una azione non violenta, per combattere le continue vessazioni di Charles Cunningham Boycott che si opponeva al miglioramento delle condizioni lavorative dei contadini. Continua a leggere

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La legge della natura e il socialismo

Partendo dal presupposto che qualsiasi cosa, per continuare ad esistere deve seguire le leggi della natura e a queste adeguarsi, anche il comportamento dell’essere umano dovrebbe seguire questa regola ed essere in armonia con la natura, pena la barbarie sociale.
La non violenza, l’altruismo, la compassione, il rispetto degli altri (uomini e animali) e di tutto ciò che esiste, sono comportamenti in sintonia con la natura.
Semplicemente dobbiamo essere pacifici e utili.
Essere “pacifico” significa non fare nulla di male, non abusare, ne opprimere nessuno.
Essere “utile” significa aiutare gli altri nella lotta per la liberazione dalla sofferenza, da quella fisica, dal disagio sociale, ma anche dalle difficoltà di tutti i giorni, tutto questo in un “contesto” che non preveda differenze tra personale e sociale e tra spirito e realtà.
Se così fosse tutti noi saremmo in sintonia con la natura, non ci sarebbe motivo per fare delle guerre, ne di opprimere un altro per ottenere un beneficio personale.
Molte religioni si ispirano a questi principi, ma molti loro esponenti (in particolar modo nelle religioni occidentali) si comportano in modo a dir poco discutibile, perdendo credibilità.
Esiste una idea politica che si avvicina a questi concetti?
Se Gesù era un “socialista” perché non pensare che un “vero socialismo” possa esprimere queste idee? Continua a leggere

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