Contagion

Contagion è il titolo di un film del 2011 divenuto molto attuale in questi giorni a causa del diffondersi in tutto il mondo del virus Covid-19.
Nel film si racconta di una malattia per molti versi simile a quella attuale sia per la rapida diffusione che per la facilità di trasmissione da uomo a uomo. Nel film la comunità medica mondiale si trova in breve tempo a dover affrontare la ricerca di una cura e  strumenti per il controllo del panico che si diffonde progressivamente ovunque, uno scenario abbastanza verosimile. La trama del film racconta di una donna che dopo essere stata ad Hong Kong in viaggio d’affari, crolla a terra apparentemente per una banale malore. Portata velocemente in ospedale, muore poco dopo il suo ricovero a causa di una malattia sconosciuta. La donna viene quindi indicata come la prima persona conosciuta ad aver contratto questo nuovo virus.
Tralasciando il resto della trama, arriviamo ora alla fine del film dove  verrà viene mostrata la trasmissione iniziale del virus all’uomo, mostrando che le piaghe che tormentano l’essere umano d’oggi non hanno una sempre una dimensione epica, ma spesso cause molto più banali.
Solo nel finale viene mostrata la trasmissione iniziale del virus.
Qui sotto il finale del film..

Delle pale meccaniche di una azienda estirpano delle palme da una foresta nei pressi di Hong Kong, piante dalle quali vengono disturbati alcuni pipistrelli che si spostano su un albero di banane; uno di questi cibandosi dei frutti ne fa cadere un pezzo all’interno di un capannone in cui uno dei maiali allevati lo mangia. Il maiale, successivamente ucciso e portato in un ristorante del centro di Hong Kong, viene trattato a mani nude dallo chef. Lo stesso cuoco, senza lavarsi le mani successivamente al contatto con la bocca del suino, stringerà le mani della donna che si trova proprio nel ristorante della metropoli durante il viaggio di lavoro, facendola diventare il paziente zero.

Dal film che ho visto in questi giorni (un bel prodotto commerciale senza infamia e senza lode), la morale dì tutta la storia è: LAVATI LE MANI

 

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JJ Cale è morto

Ho scoperto JJ Cale solo recentemente e quasi per caso e di questo un po’ me ne vergogno. Di lui ho apprezzato il suo modo sobrio ed elegante di suonare la chitarra. Mi sono innamorato della sua musica fatta di rock, country e blues mescolati assieme e conditi con un pizzico di malinconia. Mi piacciono i testi delle sue canzoni che parlano di storie di “confine”, incontri brevi, racconti “ombrosi”. Di lui mi sono fatto una idea guardando i suoi video “live”: sembrava rude, provinciale e “fuori dal tempo”, ma non lo era affatto, JJ Cale era un artista fine, un musicista creativo, un personaggio vero, senza compromessi e soprattutto un solitario; da molto tempo viveva nel suo ranch nel deserto della California con i suoi cani.

Mi sembra di vederlo con la chitarra a tracolla, barba e capelli brizzolati, occhi azzurri che guardano l’immensa solitudine dell’orizzonte.

Purtroppo il 26 luglio 2013 ci ha lasciati, aveva 74 anni.

Le sue canzoni rimarranno per sempre segnando la strada da percorrere ad una intera generazione di musicisti.
Negli anni ’70 Eric Clapton interpreta After Midnight, una delle prime canzoni composte da JJ Cale e fu un successo, come quello, ancora maggiore, di qualche anno dopo con Cocaine.

Se vuoi esser fuori devi procurartela;
se vuoi essere a terra, a terra sul pavimento;
lei non mente, lei non mente, lei non mente;
se hai ricevuto brutte notizie, e vuoi cacciarle via;
quando il giorno é finito e vuoi correre;
lei non mente, lei non mente, lei non mente,
se il tuo coso é andato e vuoi continuare a cavalcare;
non dimenticare questo fatto, non puoi riaverla indietro,
lei non mente, lei non mente, lei non mente.

Non è stato solo Eric Clapton a godere della creatività di JJ cale, ma una infinità di altri artisti tra cui:
Santana, Johnny Cash, Deep Purple, Dire Straits.

Godiamoci questi due video

 

 

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