Louis Bernays, chi era costui?

Bernays

Louis Bernays

propagandaEdward Louis Bernays (Vienna, 22 novembre 1892 – Cambridge, 9 marzo 1995) è stato un pubblicista e pubblicitario statunitense di origine austriaca.
Fu uno dei primi spin doctor ed è considerato uno dei padri delle moderne pubbliche relazioni.Morto in età ultracentenaria, è considerato una fra le cento figure più influenti del XX secolo secondo una speciale classifica stilata dal magazine Life.

A lui si devono le locuzioni “mente collettiva” e “fabbrica del consenso“, concetti importanti nel lavoro pratico della propaganda. (Da Wikipedia)

Edward Bernays può essere considerato il padre del consumismo e della pubblicità.
Nipote americano di Sigmund Freud, utilizzò le teorie sviluppate dallo zio per cercare di manipolare le masse.
La storia ci insegna che le masse possono essere controllate e, Bernays ha pensato bene di utilizzare queste “tecniche” per generare e poi incentivare nell’America degli anni venti il costante bisogno di “beni” di consumo.
Egli fu il primo a mostrare alle corporations americane come creare nella gente il bisogno di cose di cui non avevano bisogno, semplicemente facendo in modo di associare le merci di consumo di massa ai loro desideri inconsci, soddisfacendo o facendo credere di soddisfare i loro più reconditi desideri, così da renderli “felici”, in pratica l’attuale pubblicità.

Quando gli USA entrarono in guerra contro la Germania, Bernays, a quel tempo agente di stampa, fu lui a promuovere l’idea che gli USA avrebbero esportato oltre oceano il loro modello di democrazia, in pratica una trovata pubblicitaria.

Il consumismo, oggi più dominante che mai, si può pensare sia nato così, padre o figlio della pubblicità, “parente” sicuramente della psicoanalisi.

Il trarre profitto dalla manipolazione mediatica dell’opinione pubblica è oggi studiata a tavolino da agenzie pubblicitarie che si servono di collaboratori preparatissimi in questo campo.
La pubblicità, è diventata un elemento dominante del nostro vivere quotidiano, un insidioso e preoccupante fenomeno ipnotico, invadendo la nostra vita, riuscendo spesso a condizionarla, non solo nella “sfera” degli acquisti, ma anche sugli atteggiamenti e le abitudini.
L’efficacia della pubblicità si manifesta tanto di più, quanto il messaggio risulta essere seducente: un desiderio, un sogno, una fantasia.

Così facendo essa tende a reclamizzare oggetti di un desiderio spesso irraggiungibile, facendosi portavoce di un sistema di valori che si basa sui sogni, generando quell’infelicità tipica di chi sviluppa la coscienza di volere ciò che non può avere.
Ancora più negativo è l’effetto di questi slogan rivolti ai bambini.
Come è possibile che da un giorno all’altro si possa essere diventati tutti dei convinti consumisti, passando dagli stili di vita frugali di un tempo alle smanie consumistiche di oggi?
E’ molto probabile che si dovrà percorrere il percorso inverso.
La disintossicazione da questa droga sarà dura da affrontare, la depressione culturale prodotta da un sistema studiato per renderci infelici di ciò che abbiamo e farci desiderare ciò che non abbiamo sarà dura a morire.
Oggi è più che mai necessario uscirne, visto le situazioni limite sia a livello sociale che ambientale in cui ormai ci troviamo, possiamo cominciare a farlo da soli, (la decrescita felice), oppure aspettare di essere costretti (il collasso) .

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