Yuri Bandazhevsky

Yuri Bandazhevsky a Ginevra nel 2009

Juri Bandazhevsky nasce il 9 gennaio 1957 in Bielorussia nella regione di Grodno.
A 31 anni diventa il più giovane dottore in medicina nell’URSS.
Nel 1990 fonda e dirige l’Istituto Universitario di Gomel in Bielorussia.
Per la sua attività in ambito medico ed anatomo-patologico, riceve diversi riconoscimenti internazionali.
Nelle sue ricerche è aiutato dalla moglie Galina, pediatra e medico cardiologo.
Dopo il disastro di Chernobyl,  avvenuto il 26 April 1986, Bandazhevsky intuisce le esatte dimensioni della tragedia.
Non si arresta davanti ai dogmi ed alle immutabili verità ufficiali: le sue ricerche riescono a dimostrare gli effetti nel tempo dell’esposizione continua a piccole quantità e basse dosi di radionuclidi, soprattutto a livello cardiovascolare.
Il veicolo di questo lento assorbimento è il cibo ed il professore segnala la pericolosità del cibo bielorusso.
In seguito alla denuncia, sulla base del decreto speciale numero 21 per la “lotta al terrorismo”, viene arrestato e condannato a 8 anni di prigione con l’accusa pretestuosa di aver ricevuto tangenti dai suoi studenti.
Il Parlamento Europeo protesta ed un appello per l’immediata scarcerazione viene sottoscritto da Josè Maria Gil-Robles Delgado, Mario Soares, Michel Rocard.
“Amnesty International” lo riconosce prigioniero di coscienza.
Nel 2001 Bandazhevsky diventa il 25mo possessore del Passaporto della Libertà europeo; nel 2004 è inserito nell’Albo d’onore dei Prigionieri per la Pace.
In conseguenza della pressione di un vasto movimento diplomatico europeo, viene liberato per amnistia nel 2005 e allontanato dal suo paese, nel quale non può più tornare. Attualmente, dopo Francia e Lituania, si trova in Ucraina dove fatica ad arrivare a fine mese con i soldi “elargiti” da alcuni parlamentari europei, sempre a parlare (quasi come un incubo nella sua vita) di Chernobyl e della necessità di intervenire a favore delle vittime del fallout, in quello che lui considera un vero e proprio genocidio occulto.
La moglie  Galina dopo essere stata allontanata dalla Comunità Accademica bielorussa in conseguenza delle prese di posizione del marito, ha trovato (solo recentemente) un posto di lavoro, non degno per il suo status, in una clinica di Minsk a 250 euro al mese.
La figlia minore studia ancora all’università, mentre la maggiore è sposata, ha una figlia e vive a Gomel, dove pesa ancora come un delitto il cognome del padre e dove la vita per lei e la sua famiglia non è facile.
L’ associazione Mondo in cammino si sta occupando di questa triste storia.

Anche Repubblica ha scritto di lui.

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Una risposta a Yuri Bandazhevsky

  1. enri1968 scrive:

    Cavolo, non conoscevo questa sfaccettatura del disastro nucleare di Chernobyl. Grazie per avermelo fanno conoscere.

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