La Buona Novella non è una buona notizia, ma un album di Fabrizio de Andrè.
Negli anni della contestazione giovanile (il famoso ’68) ero diventato un suo ammiratore e assieme a pochi intimi amici, ascoltavo quasi di nascosto i suoi dischi.
In controtendenza rispetto al momento storico: – i giovani erano alle prese con le occupazioni delle scuole, con gli scontri di piazza e i picchettaggi davanti alle fabbriche -, De Andrè si era da poco presentato a loro, in “direzione ostinata e contraria“, si direbbe oggi, con un disco dal titolo eloquente: – “Tutti morimmo a stento“-, nel quale con grande umanità, seppur in maniera spregiudicata e anticonformista, parlava di deboli, di oppressi, di perdenti, di morte, contro la violenza, sempre uguale a se stessa e il potere (tanto per cambiare) che difende i propri privilegi (che attualità…).
Quando nel 1970 uscì La Buona Novella andai, senza esitazione a comprarlo.
Rimasi sorpreso per l’argomento trattato e anche un po’ deluso, non tanto per il contenuto poetico e la musica (bellissimi), ma perché mi sembrò “fuori tema” e troppo “di chiesa”.
Non seppi coglierne il valore simbolico, De Andrè ci stava parlando del più grande “rivoluzionario” di tutti i tempi, Gesù, raccontando la lotta delle classi sociali dell’epoca remota dei Vangeli, mettendo in risalto e dando una lettura moderna all’eterno conflitto tra oppressi e oppressori.Non lo fece raccontando il Vangelo delle narrazioni ufficiali della Chiesa, ma attraverso una attenta lettura dei Vangeli apocrifi, quelli ritenuti falsi, quelli “segreti”, che in maniera celata la Chiesa ufficiale, attraverso “la cultura dei pochi e l’ignoranza dei molti“, ha tentato di tenere nascosti.
Quel disco a quel tempo era attuale, ora, esattamente 40 anni dopo, lo è ancora di più.
Così Fabrizio De Andrè durante un concerto al teatro Brancaccio di Roma nel febbraio del 1998 (11 mesi prima della sua morte) commentò la sua opera.
I brani qui sotto (tranne “La via della croce) fanno parte di quel bellissimo concerto.
Qui sotto alcuni brani con un mio piccolo commento:
- L’infanzia di Maria
- Il ritorno di Giuseppe
- Il sogno di Maria
- Via della croce
- Tre Madri
- Il testamento di Tito
Testi: Fabrizio De André, a cura di Roberto Dané – Musiche: Fabrizio De André e Giampiero Reverberi.
Mi è piaciuto leggere cosa ti lega alla WBuona novella” di Faber. Un grande album realmente attuale, un opera che supererà il tempo.
Straordinario Faber.
Ciao Fury,
sono contento che condividi le mie idee su questa opera.
Per apprezzarla, conoscerla e “impararla”, mi ci è voluto del tempo.