“La fine del mondo storto” è il titolo di un libro di Mauro Corona che ha vinto l’edizione 2011 del premio “Bancarella”.
L’ho comprato e me lo sono letto in questa calda settimana che ho passato in ferie sul lago di Costanza (Bodensee) non tanto per il premio che il libro ha ricevuto, ma perché, a parte la simpatia per Mauro, il pensiero della fine del mondo mi ha sempre affascinato, più che una catastrofe l’ho sempre vista come un evento che ci renderà tutti uguali.
La fine del mondo non sarà un cataclisma, né un evento preciso (il 21/12/2011 andiamo pure a fare le compere per i regali di Natale), ma l’inizio della fine di un pianeta stravolto, prosciugato, ferito dall’uomo, un pianeta agonizznte.
Forse la fine del mondo è già cominciata…
Oltre alle numerose profezie (tutte fallite), anche nelle sacre scritture di tutte le religioni, si fa spesso riferimento a questo evento causato da disastri naturali, guerre, epidemie e ogni genere di catastrofi, prevedendo date e modalità.
Tra le tante ipotesi dell’apocalisse, mi ispira molto quella (per me molto realistica) in cui l’uomo si mette contro la natura:
gli esseri immondi (i nostri politici) radunerebbero tutti i re (gli attuali capi di stato) che incitati da Satana (mister B.) si scontreranno con Dio (la natura). L’esito della battaglia è scontato.
Parliamo del libro che comincia così: “mettiamo che un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti petrolio, carbone, energia elettrica… prima o poi capiterà, non ci vuole ancora molto tempo.
La gente all’improvviso non sa più cosa fare, prova ad inventarsi qualcosa, ma non sa cosa fare.
Il necessario è dentro la natura, ma per averlo bisogna cavarlo fuori, prenderlo con le mani, ma la gente le mani non le sa più usare …”.
Più che lo stile letterario, in questo libro colpisce la lungimiranza e il messaggio di allarme sul consumismo esasperato che ci induce a comprare un’enormità di cose inutili.
Alcune riflessioni sullo stile di vita e sulla consapevolezza (ormai tardiva) di aver sprecato il nostro tempo a rincorrere qualcosa che non esiste, sono molto interessanti, così come il “dopo” , quando i sopravvissuti una volta superata l’emergenza torneranno ad essere quello che sono, manifestando il loro egoismo e la sete di potere.
“Finché l’uomo non sparirà dal pianeta, farà di tutto, e ce la metterà tutta, per farsi male e per star male.
Poi si estinguerà.
Ma sarà colpa sua.
L’uomo sarà l’unico essere vivente ad auto-estinguersi per imbecillità”