Robert Kennedy e il PIL

Il 18 Marzo del 1968 Robert Kennedy, pronunciò, presso l’università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava l’inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere.
Questo discorso fu pronunciato più di 40 anni fa, ma la sua attualità è impressionante.
I dati statistici hanno dimostrato che dopo il 1976 all’aumento del PIL non è corrisposto un reale aumento del benessere (vedi questo articolo).
Robert Kennedy aveva ragione, con il suo discorso stava sfatando il sogno del mito della “crescita infinita”, parlava in fondo di decrescita, voleva restituire all’uomo la sua vera dimensione, tre mesi più tardi in un hotel di Los Angeles fu ucciso …..
Questa è la traduzione del suo discorso che ho trovato sul sito di Beppe Grillo.

pil_gpi1Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
Ascolta ….


Clicca qui per il video nella lingua originale.

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4 risposte a Robert Kennedy e il PIL

  1. Mirco scrive:

    Oggi anche il Sole24ore in un articolo di di Francesca Barbieri e Chiara Bussi dice che “i dubbi sulla capacità del Prodotto Interno Lordo di decifrare e sintetizzare la performance di un Paese non sono nuovi”. Tra i primi a lanciare il sasso è stato Robert Kennedy, continua l’articolo.
    Bene, tra un po’ lo diranno anche in TV, ma allora chi se ne frega del PIL …
    Leggi l’articolo su http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/09/pil-benessere-province.shtml

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