Trashware

rifiuti-tecnologiciCosa è il Trashware?

Il trashware (derivato dalla parola inglese trash, spazzatura) è la pratica di recuperare vecchio hardware, mettendo insieme anche pezzi di computer diversi, e di renderlo di nuovo funzionante ed utile per scopi prevalentemente di utilità socio-culturale ed ecologici.
Il termine “trashware” sembra sia nato in Italia attorno al 2004, il significato inglese di allora era “bad software”, software scritto male.
Ora il termine è riconosciuto universalmente per il significato sopra e di seguito descritto anche se francesi e spagnoli hanno fatto fatica a farlo rientrare nel loro vocabolario.
Chi si occupa di trashware, recupera e riutilizza i computer dismessi da privati, pubbliche amministrazioni, aziende, altrimenti destinati allo smaltimento.
Una volta rimessi e punto e dotati di software libero (sistema operativo GNU/Linux e applicativi Open Source) vengono consegnati a soggetti che possono trarre vantaggio dal loro re- impiego.

Il trashware è mosso da più esigenze convergenti:

1. la sempre più pressante necessità di smaltire grandi quantità di computer;
2. diffondere una cultura di uso consapevole delle tecnologie (Consumo Critico);
3. dare all’obsolescenza tecnologica il suo corso naturale e non il frenetico ritmo artificialmente imposto dalla “legge del profitto”.
4. ridurre la quantità di rifiuti nocivi ed inquinanti da destinare allo smaltimento;
5. ridurre il “digital divide” la cosiddetta ignoranza/discriminazione digitale, in quanto si consente anche a chi non ha la possibilità di dotarsi di un computer (giovani studenti, pensionati, associazioni di volontariato, organizzazioni operanti in paesi poveri,eccetera) di poter utilizzare queste tecnologie.

A scuola di “trashware”

Argomento correlato : software libero

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5 risposte a Trashware

  1. maurizio p scrive:

    ti posso assicurare che il trashware in Italia è nato prima di quanto tu scrivi.
    Fin dall’autunno del 2000 il GOLEM ( golem.linux.it )si dedica all’organizzazione, alla teorizzazione e all’effettiva realizzazione del Trashware.(http://www.hystrixlab.net/guida.php?tip=60 e altri)
    prima nella canonica della chiesa di pagnana, poi nell’adiacente ex asilo.
    Ad Empoli il 13 giugno 2001 al Palazzo delle esposizioni si tiene un dibattito dal titolo “SOFTWARE LIBERO, SAPERE LIBERO,LA FREE SOFTWARE PHILOSOPY E LE SUE APPLICAZIONI ” Si parlava di Software Libero, storia, filosofia, prodotti, risultati, e si presentava il lavoro fatto dal GOLEM a Empoli: Progetto TrashWare (riutilizzo di computer destinati allo smaltimento) e NetLab di Pagnana.

    Successivamente veniva redatto il trashware howto
    http://trashware.linux.it/wiki/Trashware_HOWTO
    Ma tanti altre associazioni si erano date da fare in quegli anni, ad iniziare da Ingegneria senza frontiere e qui ne pui vedere un elenco
    http://trashware.linux.it/wiki/Gruppi

  2. mirco scrive:

    Grazie per la segnalazione e per aver contribuito ad una più corretta e completa informazione.

  3. maurizio p scrive:

    grazie a te per l’articolo.
    Solo un appunto.
    Dopo aver letto queste cose qualcuno si ricorderà che in cantina coperto di polvere e messo li perché non funzionava più, aveva un vecchissimo computer antidiluviano, un monitor fulminato e delle schede rotte. Allora cercherà qual è il gruppo più vicino e glielo abbandonerà davanti la sede.
    La notte dormirà convinto di aver fatto una buona azione e la mattina al lavoro si vanterà di questo.
    In realtà ha solo trasferito l’onere di smaltimento su una associazione.

    L’hardware per essere recuperato deve soddisfare dei requisiti minimi.
    http://golem.linux.it/index.php/Avvertenze
    grazie
    maurizio P
    http://tecnologicaldevice.blogspot.com/2009/04/trashware-il-riutilizzo-dei-computer.html

  4. mirco scrive:

    grazie per i link.
    In cantina lasciamo invecchiare (ma non troppo) solo il vino!
    Ciao
    Mirco

  5. Pingback: Digital Divide « Less Gasmiro

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