Cosa dicono i promotori …
Motorcity nasce dalla scelta delle Istituzioni Venete di realizzare una struttura specificatamente dedicata alla pratica dell’automobilismo e del motociclismo agonistico e dei servizi a questa funzione correlate (L.R. n°27 del 1999). E’ un polo funzionale frutto di un progetto innovativo destinato a diventare la più grande infrastruttura in Italia dedicata all’entertainment e al turismo. In un’area di 450 ettari verranno ospitati:
– Un parco divertimenti;
– Un’area commerciale di nuova concezione;
– Uno show room d’auto e moto;
– Un hotel;
– Un un parco scientifico e tecnologico;
– Scuole di alta specializzazione;
– Musei dedicati al mondo dei motori;
Esso sarà in grado di garantire un nuovo modello di sviluppo economico e sociale del territorio.
Progetto innovativo di alta qualità per una nuova città dedicata alla pratica sportiva, al divertimento, al turismo e alla attività di ricerca. E’ una nuova città che nasce, con il chiaro intento di dar vita ad un polo di attrazione che non solo sappia confrontarsi con quanto di meglio c’è al mondo in questo campo, ma sia in grado di fornire anche nuove chiavi interpretative sul tema della città, dell’uomo moderno e delle sua nuove necessità ricreative e di relazione. Una nuova città dedicata al tempo libero ed al sapere, perché, per dirla con il filosofo A. Koyrè, “Non è solo dal lavoro che nasce la civiltà: essa nasce anche dal tempo libero e dal gioco”.
Il 20 maggio scorso nel Palasport di Vigasio, la Società Autodromo del Veneto spa ha presentato il progetto definitivo di Motorcity, alla presenza di una folla di appassionati che si sono dimostrati entusiasti del progetto. Tra gli invitati il pilota veronese Pergiuseppe Perazzini, consigliere d’amministrazione della società Autodromo del Veneto, e soprattutto il supercampione Giacomo Agostini, a tutt’oggi il numero uno della storia del motociclismo italiano.
Così la società Autodromo del Veneto spa, ha presentato la sua creatura. [fonte www.motorcityvr.it]
Cosa dicono i media …
“L’Autodromo del Veneto è da Formula 1 e non si esclude che tra qualche anno possa ospitare un gran premio.
Il progetto, sebbene criticato dagli ambientalisti, procede”.
Così scrive La Gazzetta di Mantova il 17/04/2008 in un articolo di Franceso Romani che prosegue :
“E’ uno dei più grandi progetti publico-privati italiani. Soprattutto è fra i primi del genere in Europa in grado di unire, come fosse una città, le diverse funzioni del vivere, lo studio, il divertimento, il lavoro orientati al mondo dei motori. E’ il Motorcity, il maxi progetto che sta nascendo a due passi dal Mantovano. Tre chilometri in linea d’aria da Castelbelforte, 5 da Roverbella, la Città dei motori unirà ad un autodromo da Formula 1 un immenso centro commerciale, 6 volte più ampio della Grande Mela shopping o della Città della moda di Bagnolo, una parco divertimenti doppio di Gardaland, ma anche show room delle case automobilistiche, un campus tecnologico universitario.
Il tutto su un’area di oltre 4 milioni e mezzo di metri quadri incuneati fra i Comuni di Vigasio e Trevenzuolo, nella bassa pianura veneta.
Il primo colpo di ruspa dovrebbe essere fra meno di un anno.
Dal febbraio scorso [2008 n.d.r] il progetto è a Venezia, sottoposto alla valutazione d’impatto ambientale. Se non ci saranno intoppi, in autunno il piano sarà pronto per essere licenziato in modo definitivo. Qualche mese di attesa e poi i terreni, già acquistati al costo di 90mila euro all’ettaro, vedranno ruspe e cingolati all’opera. La società promotrice comprende la Regione Veneto, la Provincia di Verona e i Comuni coinvolti, con la società bresciana Draco (la proprietaria della Città della Moda) e la Coopsette.«Non bisogna pensare che si voglia fare una colata di cemento – spiega Martino Dall’Oca, vicepresidente d’Autodromo del Veneto spa -. Al contrario, su 4 milioni e mezzo di metri quadri, quelli edificati sono circa 1 milione, solo il 23%. Il resto è terreno, prato, ma anche bosco che piantumeremo ponendo a dimora 50mila piante in un’area che oggi ne conta a malapena 500». La zona è oggi una vasta area coltivata a mais e cereali.
Entro tre anni dal via ai lavori qui sorgeranno un autodromo che avrà una lunghezza di 6 chilometri e 200 metri, con una pista larga dai 14 ai 16 e con pendenza massima del 5%. Adatto per gare dalle minimoto alla MotoGp e dai kart alla Formula 1. Le grandi tribune create con 2 milioni di metri cubi di terra creeranno una barriera ecologica che smorzerà i rumori. Al punto che l’incremento medio sarà, secondo lo studio fornito dalla società, di 5 decibel di giorno e 3 di notte. Le tribune in terra saranno una soluzione ambientalmente compatibile completata all’interno dalle sedute in legno che potranno ospitare sino a 130mila spettatori. Per questi saranno a disposizione parcheggi per 44mila auto e camper. «Anche la maggior parte dei parcheggi sarà in terra – spiega Dall’Oca – perché abbiamo voluto proporre una cosa nuova nel panorama italiano unendo le funzioni ludiche, direzionali, commerciali e produttive. Ma con attenzione estrema all’ambiente».
A Motorcity si prevede giungano le comitive dall’estero, sfruttando il vicino aeroporto di Villafranca. Una giornata di shopping e motorismo per un turismo che, dati alla mano sta crescendo. Per questo il progetto prevede, riutilizzando la vecchia linea ferroviaria Dossobuono-Isola della Scala una metropolitana leggera per l’aeroporto e Verona e due alberghi (un 4 e un 5 stelle) con 1.100 stanze. Il resto giungerà via autostrada. La Città dei motori a 25 chilometri dal lago di Garda, avrà un’uscita dedicata sull’A22 e una superstrada per Nogarole Rocca in modo da non coinvolgere la viabilità esistente. La previsione di traffico è di 26mila veicoli leggeri e 1.500 pesanti nel giorno medio. Pochi, secondo la società proponente, per intasare il traffico nel Mantovano sia a Castelbelforte che a Mantova. Più dei tre quarti dell’intervento saranno destinazioni pubbliche (parcheggi, ciclabili, lo stesso autodromo e le aree verdi). «Abbiamo imparato anche dagli insuccessi degli altri – spiega ancora Dall’Oca – trovando alla fine la formula giusta: una città dedicata al motorismo e inserita nel verde».
Il costo di questa operazione raggiungerà il miliardo e mezzo d’euro e garantirà, a regime, lavoro a 15mila persone. Solo l’area commerciale è, infatti, di 180mila metri quadri, un numero da capogiro, mentre si prevede la creazione di un polo tecnologico scientifico che ospiterà accanto ad una facoltà universitaria e a scuole d’alta specializzazione, un parco d’aziende rivolte all’innovazione e alla tecnologia motoristica. Una sorta di Silicon valley ingegneristica per la quale sono previsti residence e un campus. E non per nulla qui troveranno posto, su 30mila metri quadri, gli show room delle grandi case motoristiche mondiali che esporranno le proprie «concept car», prototipi e studi che non necessariamente finiranno per essere un modello da produzione. Ma l’attrazione di richiamo di Motorcity sarà quella dello svago. Il parco d’intrattenimento tematico e l’autodromo da soli calamiteranno visitatori internazionali, ma anche i numerosi amatori del motorismo che sulle piste potranno mettersi alla prova. Il circuito sarà illuminato e disponibile 365 giorni l’anno, salvo le date delle gare previste dai calendari dei diversi campionati. Per creare questa enorme macchina dedicata ai motori per tre anni saranno all’opera 2mila operai, dopodiché serviranno circa 15mila dipendenti, dei quali oltre la metà diplomati o laureati.
Molte le critiche da parte del mondo ambientalista, dai Comuni vicini e dalla Provincia di Mantova sia per il «consumo» di territorio, sia per gli effetti che il maxi progetto avrà. E sarà la Valutazione d’impatto ambientale a promuovere o meno questa grande opera. (ha collaborato Lino Fontana)
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo casello sull’A22 e una bretella di collegamento a 4 corsie sino a Motorcity. Seconda bretella sarà verso la superstrada Mediana che corre da Nogarole Rocca ad Isola della Scala. Le infrastrutture saranno completate da una metropolitana leggera per l’aeroporto e Verona”.
Autodromo del Veneto spa è una società pubblico privata. E’ costituita dai Comuni di Trevenzuolo e Vigasio (ciascuno con il 12.23%), la società pubblica Veneto Sviluppo con il 26.98%. Il resto, il 48% è detenuto dai soci privati attraverso una holding controllata da Coopsette e della quale fa parte la bresciana Draco.
La Gazzetta di Mantova 17/04/2008
Cosa ne pensano gli ambientalisti?
Progetto di “divertificio” demente (il numero di parchi tematici nel veronese satura già le richieste del mercato ed un autodromo esiste già ad Adria).
Inutile spreco energetico.
Saccheggio del territorio (si provocherebbe la distruzione di un territorio destinato dal PAQE a Parco fluviale della pianura veronese e ad Ambito per il Parco del Tartaro e Tione).
Mentalità capitalista (modello di sviluppo economico sbagliato, che la recente crisi economica ha confermato).
Tasse pubbliche – utili privati
In un dossier (leggi) del 2007 Legambiente dopo aver ben descritto tutto il progetto, conclude in questo modo:
“Pare a noi che nel complesso degli investimenti previsti, la sostenibilità economica sia alquanto dubbia.
Senz’altro certa è la non sostenibilità ambientale, con il consumo irreversibile del bene primario territorio, senza contare la forte preoccupazione per l’inquinamento delle acque, alimentanti tra l’altro la filiera produttiva del riso, del suolo e dell’aria.
Si sospetta un forte interesse allo sfruttamento della ghiaia presente per circa 12 metri di profondità sotto quel territorio.
Per quanto riguarda l’occupazione, a dispetto dei 3.000 addetti annunciati, è ragionevole immaginare, dai dati presentati, che il numero massimo di lavoratori sarà a regime tra i 500 e i 800 addetti, la maggior parte dei quali provenienti da dismissioni di attività produttive e commerciali già esistenti. Infine, riguardo i vantaggi economici (?) pubblici (ovvero per la popolazione locale) dell’operazione, considerando che l’accordo quadro prevede:
– che, dopo lo scorporo dell’autodromo-pista i Soci Storici (Veneto Sviluppo Spa, Comuni di Trevenzuolo e Vigasio, Comitato promotore) partecipino con quota del 15% del capitale della nuova Società di Gestione (Motorcity Park srl ?) del solo autodromo (non di tutto il resto). Ai Comuni di Trevenzuolo e Vigasio spetterà ciascuno il 23,53% di tale 15%, ovvero il 3,53%;
– che i Soci Storici scendano al solo 1% nella società Autodromo del Veneto (il resto alle parti realizzatrici Earchimede Spa e Draco Spa), che gestirà tutto il resto della operazione (aree produttive, commerciali e ricettive);
– che i Soci Storici saranno in minoranza sia nel nuovo cda della società Autodromo (1 socio su 3) che nel cda della Società di Gestione (3 soci su 7).
Perciò i vantaggi economici per i comuni saranno … ridicoli !”
E ancora, sempre dal dossier di Legambiente …
Modello sbagliato di sviluppo economico
Sul modello di sviluppo economico della zona interessata (produzione industriale che si sposta nei paesi emergenti; capannoni sfitti in vendita; vocazione agricola della zona;
puntare sulla qualità e sulla diversificazione e innovazione delle produzioni agricole)
Impatto ambientale
L’area è indicata dal PAQE come ambito di interesse paesistico-ambientale e futura sede del parco fluviale della pianura veronese e Tartaro-Tione (cfr. tavola n.3b), e pertanto tutelata dagli articoli 61 e 63 (articoli sui quali la var. 3 indica la deroga ai vincoli e prescrizioni)
Segretezza dell’operazione
Sul metodo usato. Tutta l’operazione viene progettata in assoluta segretezza. Es. nell’accordo quadro 31/08/2004 tra i soci storici e le parti realizzatrici si dice “i contraenti riconoscono che l’operazione ha carattere riservato e si impegnano pertanto a mantenere la massima confidenzialità circa (e a non divulgare a terzi) l’esistenza del presente Accordo e
dei suoi allegati ed il loro contenuto” e più avanti “nessun contraente predisporrà comunicati stampa, né li renderà pubblici senza averli preventivamente concordati per iscritto con gli altri contraenti”. Ora, dato che tre dei contraenti sono amministrazioni pubbliche o comunque loro espressione (La società Autodromo del Veneto ha come socio la Regione Veneto), non si capisce perché un progetto che viene sbandierato come enorme motore di sviluppo per il paese che porterà benessere e occupazione per tutti, e che perciò
dovrebbe coinvolgere tutte le parti economiche e sociali in causa, poi debba venire segretato! Sintomatica in questo senso è la disarmante risposta dell’ex sindaco di Vigasio che alla richiesta di ulteriori informazioni, fatta in consiglio comunale dalla minoranza, afferma la sua totale ignoranza sul progetto, essendo poi lui stesso uno dei cinque consiglieri della società Autodromo !
Rischi di speculazione
Sul possibile carattere speculativo dell’operazione, essendo la società finanziatrice, Earchimede SpA, coinvolta in transazioni economiche poco chiare nell’affare della scalata
ad Antonveneta da parte della BPI.
Sfruttamento incontrollato del territorio
A parte queste 4 non banali considerazioni, il problema principale è nella devastazione selvaggia e nello sfruttamento incontrollato del territorio. Infatti il PAQE aveva, dopo anni di analisi e di confronti tra le amministrazioni territoriali, elaborato un piano sufficientemente coerente di distribuzione delle funzioni sul territorio
(agroalimentare, produttiva, commerciale, servizi, vie di comunicazione), piano che ha poco più di 5 anni ! L’operazione autodromo, 400 ettari, chiaramente va a stravolgere il complesso equilibrio raggiunto dal piano d’area, ed infatti da questo nascono prima le evidenti preoccupazione dei comuni contermini, che si vedono privati di “appetitosi” ambiti di sviluppo, e poi le puntuali e apprezzabili osservazioni elaborate dalla Provincia di Verona in concerto con le 10 amministrazioni comunali vicine.
Di fronte a queste argomentazioni credo che si doveroso perlomeno RIFLETTERE, molte persone non sanno niente di questo progetto e poco gli intetressa, altre pensano che sia solo una questione che riguarda gli ambientalisti.
Ulteriori informazioni sulla “devastazione del territorio” nel Veneto potete leggerle in un recente documento di Legambiente.
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