Il G8 rinviando l’azione sul clima al 2050 fallisce la sua missione!
Dietro parole vuote e senza gesti concreti i “grandi” hanno dimostrato la loro mancanza di leadership rinviando l’azione sul clima alle future generazioni abbandonando le popolazioni più povere agli effetti, sempre più devastanti, dei cambiamenti climatici.
“I governi delle nazioni più ricche hanno avuto un’opportunità storica ma l’hanno sprecata”, commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, dall’Aquila, “fallendo nello stabilire obiettivi di medio termine (2020, ndr) e rinviando al G20 la discussione sugli investimenti che serviranno alle nazioni in via di sviluppo per combattere i cambiamenti climatici.
Oggi, i capi di governo del G8 hanno mostrato a tutti di essere dei semplici politici che parlano e non dei leader che prendono le azioni necessarie per il pianeta”.
“Il G8 ha abdicato, in modo disgustoso, dalle proprie responsabilità”, continua Onufrio: “Invece di affrontare i cambiamenti climatici e di salvare le nazioni più vulnerabili del pianeta, a partire da quelle dell’Africa, dagli impatti devastanti già in atto, hanno rinviato questa responsabilità a i governi futuri e alle prossime generazioni. La loro eredità e, cosa più importante, il nostro futuro sono ora sospesi sul filo”.
Meno pessimista il WWF Italia che in una nota ufficiale dichiara : “in questo G8 abbiamo visto alcuni progressi ma i leader delle nazioni benestanti non si sono assunti la responsabilità del cambiamento climatico. Le nazioni ricche e povere non sono state in grado di superare le divisioni e le diffidenze nel corso del Major Economies Forum (MEF) e del G8. E’ stato come la cartolina di un amico ricco che scrive da un albergo a cinque stelle: vorrei che tu fossi qui!”
“I Paesi ricchi stanno dando a quelli in via di sviluppo ogni cosa: il loro tempo, i loro pensieri e i loro cuori, ma non i loro soldi”, sottolinea Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative del WWF. Leggi il resto del documento.
Legambiente invece contesta che la data del 2050, fissata dagli otto grandi in relazione alla riduzione delle emissioni climalteranti, pare sia già messa in discussione da Cina e India, e comunque è troppo lontana. “Rimandare gli obiettivi della riduzione delle emissioni al 2050 vuol dire solo non affrontare il problema”. Così Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente ha commentato la bozza sul Clima approvata all’Aquila dal G8. Leggi il resto dell’articolo.