“Se l’uomo non distruggerà le bombe, le bombe distruggeranno l’uomo”
l’Italia ha sottoscritto i trattati internazionali di non proliferazione nucleare e ha dichiarato di non far parte del club atomico, con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano, ma l’Italia ospita 90 delle 481 bombe nucleari americane presenti in Europa.
Cinquanta sono nella base di Aviano, in Friuli, e altre 40 si trovano a Ghedi, nel Bresciano, questo secondo il rapporto “Us nuclear weapons in Europe” dell’analista statunitense Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington.
Sei paesi europei – Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi,Turchia e Regno Unito – ospitano le 481 bombe nucleari, in base agli accordi NATO sulla “condivisione nucleare”, sotto il controllo diretto degli Stati Uniti.
Ognuna di queste bombe rappresenta un pericolo evidente e reale, comporta il rischio di incidenti ed è un potenziale obiettivo.
In Italia, le basi di Aviano e Ghedi Torre – che possono essere operativamente impiegate sia per obiettivi in Medio Oriente che per quelli nella Federazione Russa – rappresentano un bersaglio militare che mette potenzialmente in grave rischio le popolazioni di una vasta area.
Dopo l’ultima revisione del Nuclear Posture Review del Pentagono, gli USA non escludono la possibilità di impiegare armi nucleari per prevenire un attacco nucleare imminente o potenziale o per evitare che altri paesi possano dotarsi di capacità nucleare militare.
Un articolo a firma di Seymour Hersh su “The New Yorker” rivela l’esistenza, all’interno del Pentagono, di una linea a favore dell’utilizzo dell’arma atomica per un attacco preventivo alle installazioni nucleari iraniane.
La guerra atomica è, allo stato dei fatti, ancora una minaccia reale.
E i piloti statunitensi possono decollare con armamenti atomici dalle basi italiane senza che sia necessaria alcuna decisione del nostro governo.
I Paesi europei non sono costretti ad accettare queste armi ed hanno il potere di richiederne la rimozione.
Gli ordigni nucleari USA-NATO sono stati rimossi dal Canada, dalla Grecia, dalla Danimarca e dall’Islanda. Eppure ognuno di questi paesi continua a far parte in maniera attiva della NATO. Leggi l’articolo di Greenpeace.
Altri dettagli (qui) oppure (qui) .
Dal 6 agosto di 64 anni quando la prima bomba fu sganciata su Hiroshima, tante e troppe le bombe atomiche “sperimentate” sulla pelle del pianeta e nostra.
Nessuno ne parla, ma la quantità enorme di radioattività sprigionata con gli esperimenti nucleari, potrebbe aver a che fare con la devastante “epidemia” di tumori che caratterizzano il nostro tempo.
Una inquietante articolo sulle “malattie non diagnosticate e guerra radioattiva” si trova qui (vale la pena di leggerlo).
A livello mondiale sono tante le iniziative in cantiere, in particolare con i Sindaci per la Pace, ci sarà una staffetta virtuale della fiaccola per la pace e l’abolizione delle armi nucleari. Partirà il 6 agosto 2009 da Hiroshima e girerà tutto il mondo per arrivare il 2 maggio 2010 a New York, alla vigilia dell’apertura dei lavori all’Onu per il riesame del Trattato di Non Proliferazione.
In Italia la manifestazione “pace in bici” (dal 6 al 9 agosto 2009 da Ghedi ad Aviano in bicicletta) vuole sensibilizzare l’opinione pubblica affinché sviluppi una maggiore consapevolezza sulla realtà del nucleare e sui problemi etici, ambientali, giuridici che essa comporta, per spingere i governi verso un vero trattato di non proliferazione nucleare. Leggi (qui).
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