Il nuovo proibizionismo

I principali movimenti proibizionisti erano composti solitamente da donne

I principali movimenti proibizionisti erano composti solitamente da donne

All’inizio del ‘900 il proibizionismo negli Stati Uniti mise al bando gli alcolici per salvaguardare la gente.
In verità fu la tendenza conservatrice della nazione e il puritanesimo nascente, che vedeva nel consumo di alcool un comportamento peccaminoso, a portare alla storica decisione.

La mancanza di adeguate campagne d’informazione e di sensibilizzazione e l’atto coercitivo in se stesso, ha spinto gli americani a comportamenti esattamente opposti.

Nacquero così ritrovi “segreti” ove poter attingere bevande  alcoliche e dove le grandi organizzazioni criminose, trovarono affari sicuri e molto redditizi.

Questa fu l’unica ragione per cui, nel 1933  l’era del proibizionismo finì.

In questi giorni spinta da ben altre motivazioni, in un piccolo paese dell’Australia per salvaguardare il Pianeta è stata messa al bando l’acqua minerale in bottiglia. Nessun atto coercitivo, ma una campagna di sensibilizzazione e informazione adeguata che non porterà di certo ad un comportamento opposto come quello degli americani all’inizio del XX secolo.

“L’industria dell’acqua” realizza enormi profitti vendendo qualcosa che ci appartiene!

Limitare il consumo di acqua imbottigliata

Limitare il consumo di acqua imbottigliata

Ogni anno si consumano nel mondo:

– 81 milioni di litri di petrolio
– 600 miliardi di litri di acqua (necessari alla lavorazione della plastica)

per produrre 154 miliardi di bottiglie di plastica.

Dobbiamo tenere conto anche dell’anidride carbonica e le altre sostanze inquinanti, che la lavorazione rilascia nell’atmosfera e i successivi costi di smaltimento che rimangono a carico di chi gestisce la raccolta dei rifiuti.

Dati su cui bisogna riflettere …

Sosteniamo le iniziative che da tempo in tutto il mondo organizzano campagne  per limitare il consumo di acqua imbottigliata e promuovere l’uso degli acquedotti pubblici.

Leggi l’articolo di Valerio Gualerzi del 29/09/09 su La repubblica

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