Covid-19 e i numeri delle epidemie

Fare adesso (21/03/2020) delle previsioni su come si svilupperà la situazione della pandemia causata dalla patologia COVID-19 provocata dal virus SARS-CoV-2 è molto difficile e si rischia di dire delle fesserie.
Riuscire a fare delle previsioni su come si evolverà il contagio, è diventato molto, ma molto importante sia per l’aspetto sanitario che per quello economico. La matematica potrebbe aiutarci con dei modelli compartimentali utilizzati in epidemiologia tra cui il modello Kermack-McKendrick detto anche SIR . Si tratta di un’equazione a tre variabili, dove ogni variabile è indicata da un’iniziale (appunto S, I e R) che rappresentano i tre gruppi di persone in cui è suddivisa la comunità interessata all’epidemia.
1. gruppo S  : persone sane, che sono suscettibili di contrarre il virus;
2. gruppo I  : persone infette, che hanno contratto la malattia e sono contagiose;
3. gruppo R : persone recuperate che sono guarite, oppure decedute.
Il numero di persone appartenente ai tre diversi gruppi cambierà nel tempo con il procedere del contagio: il numero delle persone suscettibili (S) diminuirà progressivamente diventando infette (I), e più tardi, quando le persone infette guariscono oppure muoiono diventeranno (R).
La somma sarà sempre la stessa (N).
È importante ricordare che le tre variabili non sono indipendenti, ma cambiano mantenendo sempre una relazione proporzionale fra loro. Mentre il numero dei suscettibili (S) può solo scendere, il numero dei Recuperati/Rimossi (R) può solo aumentare. Il numero degli Infetti (I) è l’unico dei tre che può aumentare e poi diminuire nel tempo.
Se il ritmo del contagio è molto alto e invece il tempo di guarigione è lento, il gruppo R può scendere sotto una certa soglia: è allora che esplode l’epidemia. Al contrario, se al manifestarsi del focolaio d’infezione, il numero di Recuperati è sufficientemente alto, il focolaio si auto estingue.

Il grafico (da Wikipedia) mostra un esempio di modello SIR.

La linea verde rappresenta la popolazione S sana/suscettibile.

La linea gialla rappresenta la popolazione I infettata.

La linea blu la popolazione R recuperata/rimossa.

Purtroppo attualmente  i numeri sul contagio qui in Italia non sono attendibili e molto disomogenei tra regione e regione.
Prendiamo per esempio due delle maggiormente colpite, Lombardia e Veneto.

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Contagion

Contagion è il titolo di un film del 2011 divenuto molto attuale in questi giorni a causa del diffondersi in tutto il mondo del virus Covid-19.
Nel film si racconta di una malattia per molti versi simile a quella attuale sia per la rapida diffusione che per la facilità di trasmissione da uomo a uomo. Nel film la comunità medica mondiale si trova in breve tempo a dover affrontare la ricerca di una cura e  strumenti per il controllo del panico che si diffonde progressivamente ovunque, uno scenario abbastanza verosimile. La trama del film racconta di una donna che dopo essere stata ad Hong Kong in viaggio d’affari, crolla a terra apparentemente per una banale malore. Portata velocemente in ospedale, muore poco dopo il suo ricovero a causa di una malattia sconosciuta. La donna viene quindi indicata come la prima persona conosciuta ad aver contratto questo nuovo virus.
Tralasciando il resto della trama, arriviamo ora alla fine del film dove  verrà viene mostrata la trasmissione iniziale del virus all’uomo, mostrando che le piaghe che tormentano l’essere umano d’oggi non hanno una sempre una dimensione epica, ma spesso cause molto più banali.
Solo nel finale viene mostrata la trasmissione iniziale del virus.
Qui sotto il finale del film..

Delle pale meccaniche di una azienda estirpano delle palme da una foresta nei pressi di Hong Kong, piante dalle quali vengono disturbati alcuni pipistrelli che si spostano su un albero di banane; uno di questi cibandosi dei frutti ne fa cadere un pezzo all’interno di un capannone in cui uno dei maiali allevati lo mangia. Il maiale, successivamente ucciso e portato in un ristorante del centro di Hong Kong, viene trattato a mani nude dallo chef. Lo stesso cuoco, senza lavarsi le mani successivamente al contatto con la bocca del suino, stringerà le mani della donna che si trova proprio nel ristorante della metropoli durante il viaggio di lavoro, facendola diventare il paziente zero.

Dal film che ho visto in questi giorni (un bel prodotto commerciale senza infamia e senza lode), la morale dì tutta la storia è: LAVATI LE MANI

 

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